Coccia Gianfranco
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BIOGRAFIA
Nato a Conegliano, vive e lavora a Padova da molti anni. Con le sue opere, sia scultoree che pittoriche, rincorre i sortilegi dei pensieri della vita dove si accavallano sensazioni spirituali capaci di emozionarlo continuamente. Ha partecipato a numerose rassegne, sia personali che collettive, in Italia e all'estero riscuotendo numerosi apprezzamenti. Alcune sue sculture sono situate come arredo urbano in diverse città del Veneto. L'esperienza creativa di Gianfranco Coccia scaturisce dalle fascinazioni che le superfici di Jackson Pollock e Mirò, e la prodigiosa vita espressiva che le anima, hanno comunicato al suo sentire: queste, esplicitamente, si sono dal principio incaricate di guidare la sua mano ed il suo progettare artistico. La non figurazione, o meglio, la volontà di dare una figura ed un corpo, certo dal profilo indistinto, alle pulsioni dell'inconscio, al versante immaginario del ricordo, sarà tuttavia destinata a designare coerentemente, tranne rare eccezioni, il territorio delle sue visioni: questo rinuncerà in sostanza all'opzione mimetica – sia pure di ordine simbolico – nei confronti della realtà da tutti riconoscibile.
Scorrendo i capitoli del suo percorso espressivo, emerge come la pittura di Coccia, volendo affrancarsi dalla lezione dei maestri ricordati, allo scopo di svolgersi come cammino pienamente individuale e consapevole, abbia necessitato di fare proprio il tema del viaggio e con esso il suo successivo vivere entro la dimensione della memoria. È infatti specchiandosi nel ricordo dei paesaggi a sud del deserto del Sinai, così come nelle più “domestiche” brume della Laguna, che il gesto del pittore ha trovato maggiore ordine e distensione, e la sua visione una nuova chiarezza, compositiva e tematica Queste “ricostruzioni” a loro modo paesaggistiche, legate tanto alla dimensione mentale quanto a quella emozionale, pur riconvocando occasionalmente fantasmi di elementi figurali, appaiono oggi come sedimenti di suggestioni, da cui le successive avventure, pienamente informali, hanno tratto la propria linfa espressiva. Contestualmente, le vestigia di antiche culture hanno condotto l'artista verso esperienze di ordine plastico, che hanno trovato soluzione nel compimento di enigmatiche forme totemiche, ora dalle superfici aspre, ora dal profilo frastagliato, che in quest'ultimo caso l'artista ha scandito attraverso uno avvicendarsi di pieni e di vuoti.
Proprio questi ambiti tematici, condizionati dalle peculiari, differenti caratteristiche luminose dei luoghi ricordati, hanno richiamato alternativamente nella sua pittura i principi di luce ed ombra: una dicotomia che diverrà rapporto dialettico nei più recenti esisti espressivi.
Contatti:
sito web: www.gianfrancococcia.com
cell. 329-6872046
e-mail : [email protected]
Nato a Conegliano, vive e lavora a Padova da molti anni. Con le sue opere, sia scultoree che pittoriche, rincorre i sortilegi dei pensieri della vita dove si accavallano sensazioni spirituali capaci di emozionarlo continuamente. Ha partecipato a numerose rassegne, sia personali che collettive, in Italia e all'estero riscuotendo numerosi apprezzamenti. Alcune sue sculture sono situate come arredo urbano in diverse città del Veneto. L'esperienza creativa di Gianfranco Coccia scaturisce dalle fascinazioni che le superfici di Jackson Pollock e Mirò, e la prodigiosa vita espressiva che le anima, hanno comunicato al suo sentire: queste, esplicitamente, si sono dal principio incaricate di guidare la sua mano ed il suo progettare artistico. La non figurazione, o meglio, la volontà di dare una figura ed un corpo, certo dal profilo indistinto, alle pulsioni dell'inconscio, al versante immaginario del ricordo, sarà tuttavia destinata a designare coerentemente, tranne rare eccezioni, il territorio delle sue visioni: questo rinuncerà in sostanza all'opzione mimetica – sia pure di ordine simbolico – nei confronti della realtà da tutti riconoscibile.
Scorrendo i capitoli del suo percorso espressivo, emerge come la pittura di Coccia, volendo affrancarsi dalla lezione dei maestri ricordati, allo scopo di svolgersi come cammino pienamente individuale e consapevole, abbia necessitato di fare proprio il tema del viaggio e con esso il suo successivo vivere entro la dimensione della memoria. È infatti specchiandosi nel ricordo dei paesaggi a sud del deserto del Sinai, così come nelle più “domestiche” brume della Laguna, che il gesto del pittore ha trovato maggiore ordine e distensione, e la sua visione una nuova chiarezza, compositiva e tematica Queste “ricostruzioni” a loro modo paesaggistiche, legate tanto alla dimensione mentale quanto a quella emozionale, pur riconvocando occasionalmente fantasmi di elementi figurali, appaiono oggi come sedimenti di suggestioni, da cui le successive avventure, pienamente informali, hanno tratto la propria linfa espressiva. Contestualmente, le vestigia di antiche culture hanno condotto l'artista verso esperienze di ordine plastico, che hanno trovato soluzione nel compimento di enigmatiche forme totemiche, ora dalle superfici aspre, ora dal profilo frastagliato, che in quest'ultimo caso l'artista ha scandito attraverso uno avvicendarsi di pieni e di vuoti.
Proprio questi ambiti tematici, condizionati dalle peculiari, differenti caratteristiche luminose dei luoghi ricordati, hanno richiamato alternativamente nella sua pittura i principi di luce ed ombra: una dicotomia che diverrà rapporto dialettico nei più recenti esisti espressivi.
Contatti:
sito web: www.gianfrancococcia.com
cell. 329-6872046
e-mail : [email protected]