Michieletto Maria Pia
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BIOGRAFIA
La pittura di Maria Pia Michieletto è una pittura di sentimento e di ricerca insieme che recupera all’arte finalità scientifiche e spiritualistiche, assai rare in questo secolo. La sua è una pittura da meditare, essendovi implicito un sentimento della scienza quale fu quello che caratterizzò il Rinascimento e, in particolare, Leonardo da Vinci. Michieletto da anni si dedica allo studio del colore sottolineandone i valori simbolici, poetici, spirituali e terapeutici. Ha inizialmente seguito l’antroposofia di Rudolf Steiner, quella “via della conoscenza che vorrebbe condurre lo spirituale che è nell’uomo allo spirituale che è nell’universo”, da cui è partita per una ricerca sul colore come medium significante. Successivi approfondimenti hanno condotto l’artista ad ulteriori riflessioni e ad un uso significante dell’elemento cromatico. In prima istanza ne emerge una visione vitalistica del colore, concepito come elemento vivente in grado di agire e, soprattutto, di interagire. Il colore, pertanto, si sostituisce e al personaggio storico e al personaggio mitologico, divenendo simbolo universale al di sopra delle culture particolari. I personaggi-colori, simboli di volta in volta, delle forze disgreganti ed aggreganti della natura, del buono e del cattivo, del femminile e del maschile, del positivo e del negativo, vivono una loro vita autonoma fatta di incontri e di scontri, di relazioni e di prevaricazioni. Predomina comunque un uso vivo del colore. Queste composizioni, anche se ad un primo impatto potrebbero sembrare astratte, aniconiche e talora perfino gestuali, sono in realtà frutto di una analisi lunga e meditata sulle articolate significanze dei colori stessi. Lo studio parte dalla qualità dei colori primari e secondari, dalla loro relazione e dalla loro prossimità alla luce-bianco e/o all’ombra-nero. Ma poiché l’ombra e la luce sono anche immagini del negativo e del positivo, ecco che il colore si carica di molteplici valenze. Ma tutta l‘opera di Michieletto, al di là della fruizione dei colori come fattori visivi, si sofferma sull’uso simbolico degli stessi, accogliendo, tra l’altro uno degli assiomi della ricerca di Goethe: i colori non sono cose della natura ma della mente.
Contatti
sito web: www.mariapiamichieletto.it
e-mail: [email protected]
cellulare: 393-5018655
profilo Instagram: mariapiamichieletto
La pittura di Maria Pia Michieletto è una pittura di sentimento e di ricerca insieme che recupera all’arte finalità scientifiche e spiritualistiche, assai rare in questo secolo. La sua è una pittura da meditare, essendovi implicito un sentimento della scienza quale fu quello che caratterizzò il Rinascimento e, in particolare, Leonardo da Vinci. Michieletto da anni si dedica allo studio del colore sottolineandone i valori simbolici, poetici, spirituali e terapeutici. Ha inizialmente seguito l’antroposofia di Rudolf Steiner, quella “via della conoscenza che vorrebbe condurre lo spirituale che è nell’uomo allo spirituale che è nell’universo”, da cui è partita per una ricerca sul colore come medium significante. Successivi approfondimenti hanno condotto l’artista ad ulteriori riflessioni e ad un uso significante dell’elemento cromatico. In prima istanza ne emerge una visione vitalistica del colore, concepito come elemento vivente in grado di agire e, soprattutto, di interagire. Il colore, pertanto, si sostituisce e al personaggio storico e al personaggio mitologico, divenendo simbolo universale al di sopra delle culture particolari. I personaggi-colori, simboli di volta in volta, delle forze disgreganti ed aggreganti della natura, del buono e del cattivo, del femminile e del maschile, del positivo e del negativo, vivono una loro vita autonoma fatta di incontri e di scontri, di relazioni e di prevaricazioni. Predomina comunque un uso vivo del colore. Queste composizioni, anche se ad un primo impatto potrebbero sembrare astratte, aniconiche e talora perfino gestuali, sono in realtà frutto di una analisi lunga e meditata sulle articolate significanze dei colori stessi. Lo studio parte dalla qualità dei colori primari e secondari, dalla loro relazione e dalla loro prossimità alla luce-bianco e/o all’ombra-nero. Ma poiché l’ombra e la luce sono anche immagini del negativo e del positivo, ecco che il colore si carica di molteplici valenze. Ma tutta l‘opera di Michieletto, al di là della fruizione dei colori come fattori visivi, si sofferma sull’uso simbolico degli stessi, accogliendo, tra l’altro uno degli assiomi della ricerca di Goethe: i colori non sono cose della natura ma della mente.
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