Rovelli Imerio
galleria virtuale
BIOGRAFIA
Lo scultore bergamasco Imerio Rovelli nelle sue opere più recenti incentra la sua personale ricerca artistica sullo studio e sulla conseguente realizzazione di soggetti architettonici dalle fattezze post-moderne, post-industriali con un qualche connubio/interazione con l'antico e il preistorico. Realizza costruzioni complesse, esili, che non hanno nulla a che fare con la visione tradizionale né pretendono di confrontarsi con le regole ferree della grande architettura, ma gettano le basi per un'estetica nuova, contraddittoria e controversa. Si possono intuire scenografie di paesaggi non più vissuti, abbandonati, trasformatisi in deserti spopolati. Il momento presente considerato nella sua caducità e illusorietà viene interpretato e proposto con materiali semplici, comunemente usati, prelevati dal quotidiano e trasformati in sede di realizzazione in illusori materiali da costruzione falsamente complessi; una pseudo-edilizia-futuribile di costruzioni fondate ed innalzate su territori piatti, costituiti da terreni polverosi, giardini invalicabili o superfici incolte ed abbandonate a se stesse. Palafitte, forni, abitazioni, rifugi, piazze, sono l'espressione del vissuto, del tempo indefinito. Il senso di trascuratezza e trasandatezza sono evidenti e si affiancano alla sensazione di leggerezza ed instabilità dell'intera struttura. Non viene mai trascurato il fattore della spettacolarizzazione scenografica, necessario per attribuire un nuovo valore estetico, che lo scultore ritiene sia essenziale in qualsiasi forma ed espressione artistica.
Contatti
sito web: www.imeriorovelli.com
e-mail: [email protected]
cellulare: 328-2199283
profilo Instagram: imeriorovelli
Lo scultore bergamasco Imerio Rovelli nelle sue opere più recenti incentra la sua personale ricerca artistica sullo studio e sulla conseguente realizzazione di soggetti architettonici dalle fattezze post-moderne, post-industriali con un qualche connubio/interazione con l'antico e il preistorico. Realizza costruzioni complesse, esili, che non hanno nulla a che fare con la visione tradizionale né pretendono di confrontarsi con le regole ferree della grande architettura, ma gettano le basi per un'estetica nuova, contraddittoria e controversa. Si possono intuire scenografie di paesaggi non più vissuti, abbandonati, trasformatisi in deserti spopolati. Il momento presente considerato nella sua caducità e illusorietà viene interpretato e proposto con materiali semplici, comunemente usati, prelevati dal quotidiano e trasformati in sede di realizzazione in illusori materiali da costruzione falsamente complessi; una pseudo-edilizia-futuribile di costruzioni fondate ed innalzate su territori piatti, costituiti da terreni polverosi, giardini invalicabili o superfici incolte ed abbandonate a se stesse. Palafitte, forni, abitazioni, rifugi, piazze, sono l'espressione del vissuto, del tempo indefinito. Il senso di trascuratezza e trasandatezza sono evidenti e si affiancano alla sensazione di leggerezza ed instabilità dell'intera struttura. Non viene mai trascurato il fattore della spettacolarizzazione scenografica, necessario per attribuire un nuovo valore estetico, che lo scultore ritiene sia essenziale in qualsiasi forma ed espressione artistica.
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